“E’ un pomodoro che ha una sua storia – ancora il presidente – un gusto peculiare, è molto saporito, serbevole e si può raccogliere sia rosso che come insalataro. Abbiamo trovato documenti storici sul Buttiglieddru e miriamo al riconoscimento Igp per tutelare questo nostro pomodorino e farlo conoscere ancora di più in Italia e all’estero” spiega Vincenzo Graci.
Da pomodoro di pieno campo a prodotto coltivato sotto copertura. “Con l’avvento delle virosi si è iniziato a coltivare in serra e in tunnel – aggiunge Graci – così ora è possibile trovarlo anche nel periodo invernale, ma noi continuiamo anche la tradizionale coltivazione a pieno campo, impegnandoci in una coltivazione sostenibile attraverso l’impiego degli insetti utili nella lotta ai patogeni.
I terreni del nostro areale e l’acqua salmastra conferiscono al Buttiglieddru un sapore unico e apprezzato. Certo, con lo sviluppo di colture come zucchine e meloni la produzione di questo pomodoro si è ridotta, ma la tradizione è rimasta e noi contiamo di difenderla e svilupparla: sicuramente l’Igp può essere un valore aggiunto importante.
La versatilità del Buttiglieddru è importante, come detto si raccoglie sia rosso che insalataro ed è ottimo anche per le conserve.
I prezzi? Negli ultimi anni si è difeso bene, prende le quotazioni del Piccadilly, del Pixel o del Maraschino per intenderci”.